Lettore: spero non te l'abbia a male
se parliamo di gas intestinale.
Di quell'arietta; quella cosa egregia
che in italiano chiamasi scorreggia.
Pereta, dice Napoli. Ed i peti
sono stati cantati dai poeti
di cui la nostra Napoli va fiera.
La "loffa", il "lume a giorno", la "lumera",
son varietà che fan poco rumore,
e però si rifanno con l'odore.
"Si 'o culo canta, 'o miedeco si fotte",
dicono le persone sane e dotte.
Ma la "pereta" è pure un'altra cosa:
è una donna volgare ed ambiziosa
che vuol colpir: si vuole far notare,
come un rumor di viscere sa fare.
La pereta è ambiziosa e seduttiva,
ma - poverina! - di finezza è priva:
guardala, non ha gusto, non ha tatto,
e spesso si fa coglier sull'olfatto…
Il navigatore non troppo navigato va doverosamente informato sui peti più pericolosi: quelli che non fanno rumore. La regola è: minore è il rumore, maggiore è il fetore.
Eccoli dunque, in ordine crescente di pericolosità:
- la lumèra: il suo nome deriva dal lume a gas, che a partire da 1837-39 cominciò ad illuminare le strade di Napoli. Quando il lume si accendeva, il gas emanava cattivo odore;
- 'o lume a ggiorno: è il lume a petrolio, ch si diffuse nelle case dal 1860. Il lume a petrolio illuminava meglio, ma puzzava di più;
- 'a loffa (dal tedesco "luft"/"loft": aria). La loffa è il peggio del peggio: nullo rumore, maxima pestilentia.
Le loffe: se le conosci, non le eviti (ma almeno sai come si chiamano).
Ad ogni modo, se è vero che le loffe degli altri non si possono evitare, né prevenire, sarà bene stare attenti alle nostre: il loro effetto può essere devastante su chi ci sta intorno, e sulla nostra reputazione.